ESSERE EUROPEISTI
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L’Europa unita è nata, 60 anni fa, come bastione del ritorno della democrazia liberale nel nostro Continente. La storia si ripete: difendere l’Unione Europea dall’attacco dei nazionalismi sovranisti e autocratici significa, oggi, difendere la società aperta dai suoi nemici. Significa difendere quei valori di democrazia, libertà e aspirazione all’eguaglianza su cui si è fondato il più lungo periodo di pace dentro e tra gli Stati d’Europa. Assistiamo terrificati alla distruzione di Aleppo, Siria, e ci dimentichiamo che Aleppo, 70 anni fa, era Dresda, Germania. Mai l’assuefazione alla pace e alla libertà ci faccia dimenticare su cosa esse siano basate.
Essere europeisti oggi significa difendere e valorizzare il patrimonio di diritti e progresso conquistati dall’Unione Europea. Circoliamo liberamente sul territorio dell’Unione in quanto turisti, studenti, imprenditori e lavoratori; abbiamo un mercato unico di beni e servizi per centinaia di milioni di imprese e consumatori, alti standard di protezione ambientale e sociale rispetto al resto del mondo e una politica estera e commerciale sempre più definita.
Essere europeisti significa anche sottolineare i limiti dell’integrazione e la necessità di profonde riforme per l’Unione Europea. E’ necessario riconoscere che un popolo ed un’opinione pubblica propriamente europei non sono ancora emersi e che un sistema politico centrato sugli Stati e sui governi, e non sul Parlamento, non ha un futuro sostenibile.
Soprattutto, siamo europeisti se trattiamo l’Europa non come il regno delle decisioni tecnicamente efficienti bensì come un’arena politica all’interno della quale si scontrano visioni del mondo diverse.
Essere europeisti significa credere in un’Europa in cui il progresso sociale sia l’obiettivo fondamentale dell’azione comunitaria. Credere in un governo dell’Europa sempre più efficace, responsabile e trasparente, con una chiara divisione dei poteri tra le istituzioni e una capacità di incidere sulla qualità della vita delle persone, ogni giorno. Credere in un’Europa dinamica e solidale, in cui ogni cittadino abbia piena coscienza di cosa gli offre l’Europa per migliorare la propria vita quotidiana che lo Stato nazionale non gli può dare. Credere in un’Europa popolare, alla quale ogni cittadino possa essere orgoglioso di appartenere senza negare la propria nazionalità.
Essere europeisti significa perseguire un’Europa democratica, unitaria e condivisa. Avere la consapevolezza delle radici su cui si fondano la pace e lo sviluppo europeo nel dopoguerra, volere un’Europa intollerante con gli intolleranti, inflessibile contro qualsiasi tentativo di governo autoritario, illiberale e discriminatorio tra i suoi Stati. Pretendere sanzioni puntuali, efficaci e dissuasive che si spingano fino alla sospensione dei fondi comunitari e del diritto di voto in Consiglio contro governi il cui discorso e operato neghino i valori fondamentali di solidarietà e libertà.
Essere europeisti significa volere un’Europa che faccia le cose “giuste”, con mezzi adeguati e proporzionati. Credere in una competizione equa e strategica nel mercato interno, fondata sulla cooperazione fiscale e sugli aiuti d’Europa in favore di territori e settori svantaggiati. Pretendere un’Unione Economica e Monetaria completa di tutti gli strumenti finanziari, economici e sociali di cui un’area monetaria ha bisogno per essere sostenibile nel tempo e dare uno slancio competitivo complessivo nell’economia globale. Chiedere un’Europa centrata sulla dignità del lavoro e sulla redistribuzione sociale e delle opportunità, espressione di solidarietà tra e dentro gli Stati membri. Lavorare per una completa politica estera, di difesa e sicurezza comune che protegga le nostre società e i nostri valori, ma sia in grado di aprire i propri confini a chi dell’Europa ha bisogno anche al di là delle nostre frontiere.
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