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Obama e il canestro comunicativamente inefficace.

10
Nov 2020

Non sono un cultore di elezioni americane ma occupandomi di comunicazione politica le seguo con passione, stupore e spirito critico. Le elezioni americane, da sempre, sono un calderone di formazione e analisi del sentiment da cui apprendere e fare tesoro. Chi come me lavora nella comunicazione non può esimersi da queste. Il canestro di Obama, quel video tanto acclamato e spammato, spiega meglio di ogni analisi politica perché gli americani votano ed hanno votato Trump.

La sinistra continua a pensare che la figaggine dell’ex presidente possa farla brillare di coolness riflessa, ma l’americano medio, quello che non ama che qualcuno gli ricordi incessantemente la sua inadeguatezza, è esattamente l’elettore che ha scelto di nuovo l’orrendo Donald.
L’ordinarietà, quella del leader di essere percepito vicino all’elettore, soprattutto nel suo stile di vita (“come me”), è il punto cardine del triangolo del consenso (autenticità e straordinarietà sono gli altri due).

Quel canestro da lontano, senza sforzo, senza sudare, senza agitarsi, con la camicia, tra gli applausi, disinvolto, concluso con «That’s what I do», è così che faccio io, è tutto quello che l’americano medio, l’elettore medio, che suda e canestro non fa lo stesso, non vuole vedere. Non vuole accettare. Non vuole diventare. Quell’americano lì a quel punto corre a votare Trump.

La psicologia dell’elettore è chiara: vuole anche la straordinarietà (“meglio di me”) al governo del suo paese, ma poi vive di ordinarietà. L’80% di noi, non avrebbe saputo fare quel canestro da tre punti, con tanto di giubbotto e mascherina. Guarda il Video L’80% di noi, avrebbe saputo facilmente ballare male o fare questo video imbarazzante e popolare. Guarda il Video  è un po’ la logica copiata da Salvini. Veramente pensate che il leader leghista – o chi per lui – non sappia fare una foto nitida al cibo? Sfocata funziona di più, è mondo reale. Una percentuale elevata di noi scatta e pubblica foto sfocate e quindi ordinarie e quindi “come me”. Simile cerca simile.

Se fossi stato il SMM di Biden, felice da far schifo, con al fianco il presidente passato alla storia per la fotogenia, avrei pubblicato ugualmente quel video, fieramente, e avrei commesso lo stesso errore.

Gli errori emozionali, senza una strategia, hanno tanto genio quanto un rischio. E se non rischi nulla, rischi tutto. In campagna elettorale è il risultato che conta. Il resto si dimentica in fretta. Biden ha vinto con oltre 75 milioni di voti: il candidato più votato nella storia delle elezioni presidenziali americane. E sono felice; e noi democratici siamo felici.

Whoa, Obama! Un tiro da tre punti: bello, di classe, comunicativamente inefficace.